Trattato di Magia Bianca
Prefazione di Salvatore Brizzi
Alice Bailey
Il Trattato di Magia Bianca (o la via del Discepolo) non insegna incantesimi né evocazioni ma enuncia quindici regole che hanno lo scopo di preparare il “discepolo sul sentiero” affinchè divenga un autentico mago, ossia un essere che si trova su un piano di coscienza più elevato rispetto alla norma, in quanto ha trasceso la personalità e si è identificato con la propria anima.
Nell’autentica magia, che non si ferma all’acquisizione intellettuale di conoscenze e alla partecipazione a rituali, l’individuo giunge a una elevazione della coscienza, diventando “qualcuno” o “qualcosa” di realmente nuovo. In mezzo al caos che imperversa nel mondo della spiritualità, le quindici regole del Trattato rivestono da più di mezzo secolo la loro immutata funzione di istruire correttamente il lettore circa la composizione della personalità e i suoi rapporti con l’anima.
Alice Bailey (Alice Ann LaTrobe Bateman – 1880-1949), nata a Manchester da una famiglia della buona società inglese, vive fin da piccola contatti con un misterioso personaggio dai tratti asiatici, che anni dopo riconoscerà come il Mahatma Kooth-Hoomi, uno dei Maestri occulti di Blavatsky. Dopo un matrimonio fallito con un pastore anglicano si trasferisce negli Stati Uniti e sposa Foster Bailey, alto dirigente della Società Teosofica.
La Bailey è stata una esoterista, astrologa e teosofa molto apprezzata nel panorama letterario internazionale, ha scritto infatti molti libri a carattere spirituale, occultista, teosofico e addirittura teologico (interessandosi anche al cristianesimo).
Dal 1919 afferma di essere in contatto con un altro Mahatma della tradizione teosofica: Diywal Khul, meglio noto come “il Tibetano” e dichiara di essere una sua scriba, incaricata di divulgare e amplificare la dottrina di Blavatsky. Le sue rivelazioni la portano a rompere con Annie Besant e a creare col marito un nuovo movimento: la Scuola Arcana, che si considera la versione più autentica della sezione esoterica della Società Teosofica. Lo scopo è diffondere gli insegnamenti dettati dal Tibetano, la cui visione cosmogonica e le cui griglie concettuali hanno influenzato notevolmente l’attuale New Age.
Le sue opere affrontano varie tematiche ed argomenti come la meditazione, il rapporto tra spiritualità e sistema solare, gli aspetti psicologici e terapeutici della spiritualità, gli influssi spirituali sul comportamento umano.
Un testo che può essere considerato la sintesi delle sue teorie su come gli influssi spirituali condizionano il comportamento umano è L’energia dei sette raggi, un libro che analizza i sette raggi di luce, manifestazione delle potenze divine, e mostra come questi influenzino l’evoluzione della coscienza umana, il comportamento e i rapporti interpersonali.
Verso la fine della sua vita la Bailey accettò, anche se con molto scetticismo, di scrivere la sua autobiografia, per assecondare le volontà di un suo amico e maestro spirituale; egli affermava che solo in questo modo avrebbe potuto offrire un servizio ai posteri illustrando il suo percorso di crescita personale. Sebbene la morte dell’autrice ne impedì il completamento, l’opera è considerata comunque una pietra miliare tra gli appassionati di testi sulla spiritualità infatti fu pubblicata come Autobiografia incompiuta.
Secondo gli studiosi di scienze esoteriche gli insegnamenti presenti nei libri della Bailey hanno avuto il merito di far comprendere al mondo che l’unico modo per progredire spiritualmente e migliorare la propria esistenza è aiutare le persone che soffrono.