Sull’animazione degli embrioni

di Porfirio

 

Tradotto per la prima volta in italiano un piccolo testo del neoplatonico Porfirio, famoso anche perché fu discepolo di Plotino, nonché ordinatore dei suoi scritti: fra le sue opere superstiti, quasi tutte di carattere teoretico, questa è quella che ha più incuriosito gli studiosi di filologia antica.

In proposito lo storico Eunapio di Sardi scrive: “Plotino per il carattere celeste della sua anima, e anche per la tortuosità e l’enigmaticità dei suoi discorsi, appariva pesante e oscuro; ma Porfirio era come una corda di Ermes tesa agli uomini: con la sua variopinta cultura riusciva a spiegare tutto nel modo più comprensibile e puro”.

L’origine della vita ha rappresentato da sempre un mistero e già nel mondo antico, medici e filosofi, si sono chiesti quale fosse il momento in cui l’embrione diventasse un essere umano vero e proprio, in particolare per un filosofo platonico significava determinare quando l’embrione ricevesse l’anima.

Porfirio chiarisce subito nel prologo lo scopo del suo scritto, affermando:

“cercheremo innanzi tutto di dimostrare che il feto non è un vivente né in atto né in potenza, nel senso di ciò che ha già ricevuto l’anima animale, e che di conseguenza l’ingresso dell’anima ha luogo dopo il parto” e “nondimeno ribadiremo l’impossibilità che l’animazione abbia origine dal padre o dalla madre, sostenendo che essa avviene unicamente dall’esterno” …

E’ incredibile l’attualità delle questioni discusse nel testo, che sicuramente sarebbe piaciuto al compianto Hans Jonas, prima grande studioso di “gnosi” e poi attento critico di tutte quelle problematiche suscitate dagli enormi sviluppi della tecnologia contemporanea.

In effetti ancora oggi le domande che solleva il breve ma denso testo di Porfirio non hanno avuto risposte soddisfacenti: quand’è che possiamo parlare di embrione animato? O, se si preferisce, quand’è che l’embrione è dotato di coscienza? Ma prima di tutto dovremmo chiederci: che cos’è la coscienza?

Crediamo che la malafede di certa pseudo-morale da rotocalco abbia finito per infettare anche la mente di medici e professori in cattedra! Personalmente condividiamo il pensiero di Hans Jonas che così si esprime in una delle sue ultime opere:

“Il Prometeo irresistibilmente scatenato, al quale la scienza conferisce forze senza precedenti e l’economia imprime un impulso incessante, esige un’etica che mediante auto-restrizioni impedisca alla sua potenza di diventare una sventura per l’uomo.” (Tecnica, medicina ed etica. Prassi del principio di responsabilità)

A prescindere dal valore indiscutibile di questo piccolo e prezioso libro di Porfirio, ci auguriamo che la sua lettura possa risvegliare l’interesse a temi quanto mai attuali, ma di cui purtroppo sembra che oggi solo pochissimi ne hanno cognizione adeguata.

B-Atman